Fastenekklesiologie: protestantisch abgespeckt?

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Robert Ketelhohn
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Fastenekklesiologie: protestantisch abgespeckt?

Beitrag von Robert Ketelhohn »

kreuz.net (14. Februar 2008) hat geschrieben: Vier Merkmale

Vatikan. Am vierten Tag seiner Fastenexerzitien für den Papst setzte sich der Exerzitienmeister, Albert Kardinal Vanhoye, mit dem Neuen Bund auseinander. Dieser habe vier Merkmale: Er sei ein innerer, keinen äußeren Bund. Er beinhalte eine vollkommene gegenseitige Zugehörigkeit von Gott und seinem Volk. Er sei keine kollektive Institution, sondern eine persönliche Beziehung des einzelnen mit Gott. Und er gründe in der vollkommenen Vergebung der Sünden.
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• »Er sei ein innerer, kein äußerer Bund«
• »Er sei keine kollektive Institution, sondern eine persönliche Beziehung des einzelnen mit Gott«

Diese beiden Behauptungen sind falsch und mit dem Glauben der Kirche nicht vereinbar. Die aufgestellten Gegensätze sind in Wahrheit keine. Herr Vanhoye vertritt eine genuin protestantische Ekklesiologie. Ich frage: Wer ist der Mann überhaupt? Und wie kann es sein, daß er solche Lehren im Vatikan verbreitet?

(Anmerkung: Gerade in Fastenexerzitien kann es sehr sinnvoll sein, die »persönliche Beziehung des einzelnen mit Gott« hervorzuheben und einzuschärfen. Aber das darf doch kein Gegensatz zur sakramental-hierarchisch verfaßten Körperschaft der Kirche werden.)
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cantus planus
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Beitrag von cantus planus »

Albert Vanhoye SJ ist Jesuit und französischer Kardinal. Er wurde 2006 von Benedikt XVI. kreiert. Bis 1993 war er Professor am Päpstlichen Bibelinstitut, seit 1990 ist er Konsultor der Glaubenskongregation und Sekretär der Bibelkommission. Er dürfte dem amtierenden Papst also gut bekannt gewesen sein.

Ich nehme einmal an, dass Kardinal Vanhoye die persönliche Beziehung zu Gott hervorheben wollte, und dabei eine sehr unglückliche Formulierung getroffen hat. Was bei einem ehemaligen Professor, der heute in der Position des Exerzitienmeisters ist, eigentlich nicht passieren sollte.

Gerade finde ich eine Kurzbiographie bei Radio Vatikan:
Albert Vanhoye

Seit einem halben Jahrhundert gehört der Jesuit Albert Vanhoye zum Päpstlichen Bibelinstitut in Rom. 1923 im nordfranzösischen Hazebrouck geboren, kam Vanhoye nach Studien an der Pariser Sorbonne und verschiedenen Hochschulen seines Ordens in den 50-er Jahren an die bibelwissenschaftliche Forschungseinrichtung des Vatikan. Er promovierte 1961, wurde zwei Jahre später im gleichen Institut Professor und lehrte dort bis zu seiner Emeritierung 1993. Einen Namen machte er sich besonders als Experte für den Hebräerbrief.

1990, am Ende einer sechsjährigen Amtszeit als Rektor des Bibelinstituts, erhielt Vanhoye die päpstliche Ernennung zum Sekretär der Bibelkommission - eine Funktion, die er bis 2001 ausübte. Auch in drei weiteren päpstlichen Dikasterien war der Jesuit gefragt: Ab 1978 beriet er die Erziehungs-Kongregation, von 1980 bis 1996 saß er im Rat für die Einheit der Christen, 1990 holte ihn Kardinal Joseph Ratzinger als Berater in die Glaubenskongregation.
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Robert Ketelhohn
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Beitrag von Robert Ketelhohn »

Vielleicht müßte man mal überprüfen, ob Vanhoye das überhaupt so gesagt hat.
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cantus planus
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Beitrag von cantus planus »

Robert Ketelhohn hat geschrieben:Vielleicht müßte man mal überprüfen, ob Vanhoye das überhaupt so gesagt hat.
Hier kann schon ein kleines Wörtchen den ganzen Inhalt verdrehen. Wenn er es wortwörtlich so gesagt hat, wäre es in der Tat... nun,... wenigstens missverständlich. Fehlt dagegen in der von kreuz.net zitierten Fassung einfach ein "nicht nur" oder "nicht ausschließlich" sieht die Sache schon ganz anders aus. Vermutlich hat Vanhoye ja italienisch gesprochen. Und wenn da jemand nicht sorgfältig übersetzt hat... Man kennt das ja.

Vielleicht erscheint der Text seiner Ansprache ja irgendwo auf der Vatican-Homepage. Mal suchen...
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Robert Ketelhohn
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Beitrag von Robert Ketelhohn »

La Radio Vaticana (13/02/2008) hat geschrieben: La Nuova Alleanza fondata nel sangue di Gesù ci rinnova e ci mette in relazione intima con Dio: la riflessione del cardinale Vanhoye nel terzo giorno di esercizi spirituali al Papa e alla Curia

Quarto giorno di Esercizi spirituali per la Quaresima in Vaticano alla presenza del Papa e della Curia Romana, iniziati domenica sera nel Palazzo apostolico. Nelle due meditazioni di stamani, il cardinale Albert Vanhoye si è soffermato sul modo in cui la Lettera agli Ebrei presenta la promessa della Nuova Alleanza e sulla pagina evangelica delle nozze di Cana. Nella meditazione di ieri sera, il cardinale Vanhoye aveva riflettuto invece sul tema della “Solidarietà sacerdotale” di Cristo. Ricordiamo che, proprio in ragione degli Esercizi spirituali, oggi non si è tenuta la tradizionale udienza generale del mercoledì. Il servizio di Alessandro Gisotti:

(canti)

La Lettera agli Ebrei, ha sottolineato il cardinale Vanhoye, stabilisce una stretta connessione tra il sacerdozio di Cristo e la Nuova Alleanza, di cui Gesù è mediatore. Il testo, ha proseguito, presenta una lunga citazione dell’oracolo di Geremia, annuncio della Nuova Alleanza. Ripetutamente, è stata la riflessione del porporato, il popolo di Israele è stato infedele nei confronti di Dio. Eppure, Dio manda Geremia ad annunciare un’Alleanza davvero Nuova, diversa da quella fatta con i Padri. Dio vuole compiere un cambiamento radicale. Un’Alleanza che si fonda su quattro elementi:

"Primo aspetto, la Nuova Alleanza sarà interiore e non esteriore. Secondo aspetto, sarà una relazione di perfetta appartenenza reciproca tra Dio e il popolo. Terzo aspetto, non sarà un’istituzione collettiva, ma sarà una relazione personale di ciascuno con Dio. Quarto aspetto, questa relazione sarà fondata sul completo perdono dei peccati".

La Nuova Alleanza porta, dunque, ad una trasformazione del cuore. Sul Sinai, ha affermato il cardinale Vanhoye, Dio aveva scritto le sue leggi su tavole di pietre - leggi esterne da osservare - ma che non cambiavano il cuore delle persone. Era indispensabile una trasformazione interiore e Dio la promette. Una volta cambiato il cuore, ha aggiunto, si instaura una perfetta relazione reciproca tra Dio e il popolo. Non solo, la Nuova Alleanza, annuncia Geremia, non sarà collettiva ma consisterà in una relazione personale, intima, che renderà inutili gli ammonimenti. Nell’Antico Testamento, ha sottolineato il cardinale Vanhoye, era sempre necessario l’ammonimento, la minaccia dei profeti. Eppure, questi interventi non bastano a convertire il popolo di Israele. La Nuova Alleanza si presenta invece come una situazione diversa, senza più bisogno di ammonimenti. L’oracolo, ha detto il cardinale Vanhoye apre prospettive meravigliose, ma non spiega come questa straordinaria promessa di Dio potrà realizzarsi:

"Ce lo rivela invece Gesù nell’Ultima cena, quando istituisce l’Eucaristia. Gesù prende il calice e dice: 'Questo è il mio sangue dell’alleanza'. La Nuova Alleanza doveva essere fondata nel sangue: un sangue versato per molti in remissione dei peccati, secondo la promessa della Nuova Alleanza".

La Nuova Alleanza viene perciò fondata sul sangue di Gesù. Per questo, è stato il richiamo del cardinale Vanhoye, dobbiamo prendere coscienza di questa Alleanza che ci rinnova completamente e ci mette in relazione profonda con Dio per mezzo di Cristo.

(Canti)

La seconda meditazione, il porporato l’ha dedicata alle nozze di Cana, che, ha affermato, si celebrano proprio per stabilire un’alleanza. Il porporato ha ricordato che l’Alleanza tra Dio e il suo popolo è presentata nell’Antico Testamento proprio come delle nozze. L’idolatria al contrario è presentata come un’infedeltà, un adulterio del popolo di Israele, come nell’episodio del vitello d’oro. Tuttavia, anche nei momenti più tragici, il Signore non rinuncia al suo progetto di unione nell’amore e promette una nuova alleanza. A Cana, dunque, viene compiuto il miracolo della trasformazione dell’acqua in vino. Gesù dà inizio ai suoi segni miracolosi e manifesta la sua gloria. Ma qual è la gloria di Gesù, si chiede il cardinale Vanhoye? E’ proprio la gloria dello sposo. E’ la gloria dell’amore generoso che dona il vino buono per compiere le nozze. Nella pagina evangelica, ha detto ancora, siamo colpiti dalla figura di Maria. La Madre aveva parlato al Figlio delle difficoltà dello sposo per la mancanza di vino. Gesù risponde in un modo che manifesta l’evoluzione nei rapporti con la Madre:

"Un commento patristico spiega che adesso non è più l’ora di Maria, cioè il tempo in cui la Madre deve guidare il Figlio nella vita, è l’ora di Gesù, l’ora in cui Gesù deve prendere l’iniziativa e realizzare il piano di Dio. Gesù non deve più obbedire a Maria, deve prendere in mano la propria missione di Messia".

Maria, ha sottolineato il predicatore, diventa così doppiamente madre di Gesù, insegnandoci la vera docilità a Lui. Questo Vangelo ci mette di fronte alla scelta di due atteggiamenti spirituali opposti: quello di docilità di Maria e quello di chi non vuole accettare nessun cambiamento di relazione, proposto da Gesù. Il cardinale Vanhoye ha concluso la meditazione con l’invito di San Paolo, nella Lettera ai Romani, a trasformarci rinnovando la nostra mente.

“Cristo mediatore della Nuova Alleanza nell’Ultima Cena”. E’ il tema della meditazione pomeridiana del cardinale Albert Vanhoye che sta guidando gli esercizi spirituali per la quaresima alla presenza del Papa e della Curia. Il servizio di Debora Donnini.
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cantus planus
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Beitrag von cantus planus »

So, wie es hier wiedergegeben wird, liegt es also wohl nicht an der Übersetzung. :hmm:

Dann freilich hat der Kardinal eine sehr interpretierbare Aussage in die Welt gesetzt, die - bewusst missverständlich gedeutet - beinhalten könnte, dass Christus keine Kirche stiften wollte. Damit sind wir dann bei den Evangelikalen.
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ad_hoc
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Beitrag von ad_hoc »

Ich sehe schon: Auf Umwegen kommt man demnächst bei der Hinterfragung der Position des Papstes an. :hmm:

Gruß, ad_hoc
quidquid cognoscitur, ad modum cognoscentis cognoscitur (n. Thomas v. Aquin)

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overkott
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Re: Fastenekklesiologie: protestantisch abgespeckt?

Beitrag von overkott »

Robert Ketelhohn hat geschrieben:
kreuz.net (14. Februar 2008) hat geschrieben: Vier Merkmale

Vatikan. Am vierten Tag seiner Fastenexerzitien für den Papst setzte sich der Exerzitienmeister, Albert Kardinal Vanhoye, mit dem Neuen Bund auseinander. Dieser habe vier Merkmale: Er sei ein innerer, keinen äußeren Bund. Er beinhalte eine vollkommene gegenseitige Zugehörigkeit von Gott und seinem Volk. Er sei keine kollektive Institution, sondern eine persönliche Beziehung des einzelnen mit Gott. Und er gründe in der vollkommenen Vergebung der Sünden.
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• »Er sei ein innerer, kein äußerer Bund«
• »Er sei keine kollektive Institution, sondern eine persönliche Beziehung des einzelnen mit Gott«

Diese beiden Behauptungen sind falsch und mit dem Glauben der Kirche nicht vereinbar. Die aufgestellten Gegensätze sind in Wahrheit keine. Herr Vanhoye vertritt eine genuin protestantische Ekklesiologie. Ich frage: Wer ist der Mann überhaupt? Und wie kann es sein, daß er solche Lehren im Vatikan verbreitet?

(Anmerkung: Gerade in Fastenexerzitien kann es sehr sinnvoll sein, die »persönliche Beziehung des einzelnen mit Gott« hervorzuheben und einzuschärfen. Aber das darf doch kein Gegensatz zur sakramental-hierarchisch verfaßten Körperschaft der Kirche werden.)
Diese rein transzendentale Ekklesiologie ist nicht weniger falsch als die rein immanente Ekklesiologie eines Gotthold Hasenhüttl. Es ist völlig unverständlich, dass Vanhoye Exertitienmeister des Papstes wird, während Hasenhüttl gemaßregelt wird. Demgegenüber sollte Benedikt an Augustinus und am heiligen Bonaventura festhalten.

Raphael

Beitrag von Raphael »

Er wird selten gelesen und ist doch so aussagekräftig, der Brief des Judas:

Das Auftreten falscher Lehrer
3 Liebe Brüder, da es mich sehr drängt, euch über unsere gemeinsame Rettung zu schreiben, halte ich es für notwendig, euch mit diesem Brief zu ermahnen: Kämpft für den überlieferten Glauben, der den Heiligen ein für allemal anvertraut ist.
4 Denn es haben sich einige Leute eingeschlichen, die schon seit langem für das Gericht vorgemerkt sind: gottlose Menschen, die die Gnade unseres Gottes dazu missbrauchen, ein zügelloses Leben zu führen, und die Jesus Christus, unseren einzigen Herrscher und Herrn, verleugnen.

Das drohende Gericht über die Irrlehrer
5 Zwar wisst ihr alles ein für allemal; aber ich will euch dennoch daran erinnern: Obwohl der Herr das Volk aus Ägypten gerettet hatte, hat er später alle vernichtet, die nicht glaubten.
6 Die Engel, die ihren hohen Rang missachtet und ihren Wohnsitz verlassen haben, hat er mit ewigen Fesseln in der Finsternis eingeschlossen, um sie am großen Tag zu richten.
7 Auch Sodom und Gomorra und ihre Nachbarstädte sind ein Beispiel: In ähnlicher Weise wie jene trieben sie Unzucht und wollten mit Wesen anderer Art verkehren; daher werden sie mit ewigem Feuer bestraft.

Der Weg der Irrlehrer
8 Genauso beflecken sich auch diese Träumer, sie missachten die Macht des Herrn und lästern die überirdischen Mächte.
9 Als der Erzengel Michael mit dem Teufel rechtete und über den Leichnam des Mose stritt, wagte er nicht, den Teufel zu lästern und zu verurteilen, sondern sagte: Der Herr weise dich in die Schranken.
10 Diese jedoch lästern über alles, was sie nicht kennen; was sie aber wie die unvernünftigen Tiere von Natur aus verstehen, daran gehen sie zugrunde.
11 Weh ihnen! Sie sind den Weg Kains gegangen, aus Habgier sind sie dem Irrtum Bileams verfallen, der Aufruhr Korachs hat sie ins Verderben gestürzt.
12 Diese Menschen sind ein Schandfleck bei eurem Liebesmahl, an dem sie ohne Scheu teilnehmen und es sich gut gehen lassen; sie sind Hirten, die eine Weide für sich selber suchen. Wasserlose Wolken sind sie, von den Winden dahingetrieben; Bäume, die im Herbst keine Frucht tragen, zweimal verdorrt und entwurzelt;
13 wilde Meereswogen, die ihre eigene Schande ans Land spülen; Sterne, die keine feste Bahn haben; ihnen ist auf ewig die dunkelste Finsternis bestimmt.
14 Auch ihnen gilt, was schon Henoch, der siebte nach Adam, geweissagt hat: «Seht, der Herr kommt mit seinen heiligen Zehntausenden,
15 um über alle Gericht zu halten und alle Gottlosen zu bestrafen wegen all ihrer gottlosen Taten, die sie verübt haben, und wegen all der frechen Reden, die die gottlosen Sünder gegen ihn geführt haben. »
16 Sie sind Nörgler, immer unzufrieden mit ihrem Geschick; sie lassen sich von ihren Begierden leiten; sie nehmen große Worte in den Mund und schmeicheln den Menschen aus Eigennutz.

(Judas 1, 3 ff.)

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Marcus
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Beitrag von Marcus »

Raphael for Glaubenskongregationspräfekt! :mrgreen:

Raphael

Beitrag von Raphael »

Marcus hat geschrieben:Raphael for Glaubenskongregationspräfekt! :mrgreen:
Kennst Du den Brief überhaupt oder hat Euch ML den in selbstherrlicher Manier aus der Bibel entfernt? :roll:

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Marcus
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Beitrag von Marcus »

Raphael hat geschrieben:
Marcus hat geschrieben:Raphael for Glaubenskongregationspräfekt! :mrgreen:
Kennst Du den Brief überhaupt oder hat Euch ML den in selbstherrlicher Manier aus der Bibel entfernt? :roll:
Überzeuge Dich selbst und besorg Dir eine Auflage in der Originalfassung von 1534. Übrigens meine ich - freundlich ausgedrückt -, dass es etwas mehr als lediglich unerheblich überzogen ist, im Zusammenhang mit den Äußerungen von Kardinal Vanhoye diese Verse aus dem Judasbrief zu zitieren.

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